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La presente opera intende indagare le ragioni storiche che spinsero il Vaticano ad avviare una negoziazione con i governi comunisti dell'Europa orientale, adottando, nei fatti, un dialogo di compromesso. Mons. Casaroli, ribattezzato "L'arcivescovo di lima", fu il massimo rappresentante di tale diplomazia durante i cupi anni della Guerra Fredda: fu lui infatti a disegnare il cambio di direzione della politica orientale vaticana, e nella sua ricerca di dialogo con un interlocutore spesso "impossibile" emerse presto il suo forte realismo. Ma quale era il quadro entro cui si svolse il suo lavoro di "limatore" di dialoghi? Quale fu l'affidabilità dei suoi interlocutori? Era davvero possibile stabilire un modus vivendi con un potere "persecutore" e rimanere fedeli alla propria missione?